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Fenyday 2019, censire lo straordinario patrimonio aviario del golfo di Oristano

Alcuni fra gli osservatori si ritrovano davanti a “Scaiu”, il piccolo molo nel quale sono ormeggiate le barche bianche con cui i pescatori di Cabras quotidianamente attraversano la laguna. Si scambiano informazioni sugli ultimi incontri preziosi, vengono distribuiti binocoli e schede di registrazione. Di fenicotteri e falchi pescatori dovrà essere indicato il numero, l’orario di avvistamento, eventuali anelli di riconoscimento, la direzione di volo. La compagnia si scioglie e prende le vie per Mistras, Pauli Maiori, Sal’e Porcus, Corru Mannu, Istai, Mar’e Pauli, San Giovanni e S’Ena Arrubia. Altri attendono già in posizione. Più squadre in punti diversi terranno sotto controllo tutti gli stagni del golfo di Oristano.

Su una delle postazioni di S. Giovanni batte freddo il vento da sud, che nel cielo terso schiaccia le nuvole in ostie irregolari. Dal ciglio della strada discendono in successione un vigneto spoglio e un campo di cardi. Poi sono le salicornie e lo specchio d’acqua, come metallo increspato. Capo Frasca, Monte Arcosu, Marceddì, Terralba, S’Ena Arrubia, Santa Giusta, la foce del Tirso, Torregrande, gli stagni di Cabras e Mistras si presentano in dettagli o si nascondono nella lunga linea del golfo. Sono circa 250 i fenicotteri, immobili presenze rosa nel cerchio delle lenti. “Purtroppo non abbiamo visto nessun falco pescatore. Solitamente si poggiano lì, sui posatoi piantati sul fondo. Ma abbiamo incontrato tante altre specie, garzette, aironi cinerini, beccapesci e chiurli” spiega Maria Pala, consulente ambientale della Fondazione MEDSEA, coinvolta nel conteggio insieme alla Associazione Fotografi Naturalisti Italiani, a Legambiente e Anthus.

Al “Feny Day”, il censimento nazionale dei fenicotteri organizzato per il 1 dicembre da EBN Italia, la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) di Oristano ha deciso di aggiungere quello del falco pescatore. “Per il progetto partecipare a queste attività è fondamentale. Non solo aumentano gli elementi con cui componiamo il mosaico scientifico di Maristanis- aggiunge Giorgio Massaro, altro esperto MEDSEA impegnato nel censimento- ma ci permettono di entrare in contatto con tutti gli altri protagonisti del territorio. Attraverso lo scambio di informazioni andiamo oltre i dati. Nascono nuove idee, nuove prospettive”.

Trascorsa l’ora concordata d’osservazione il team MEDSEA si sposta verso lo stagno di Mistras. Qui il falco pescatore è presente. Quieto sul posatoio accanto a un gabbiano, o in volo, o nelle foto di Alberto Cherchi: l’occhio acceso sull’acqua sottostante e le ali flesse in una stasi imperiosa, prima della picchiata; il becco spalancato in un verso stridulo d’accusa e gli artigli ben piantati su un tronco che reca il cartello “proprietà privata”; appena atterrato sul piccolo cerchio di legno, fra gli artigli un muggine, sul tronco “divieto di caccia”. “Oggi siamo fortunati, con il vento da sud ci offrono un primo piano. Se soffia il maestrale invece ci danno le spalle”, spiega divertito Cherchi.

“È stata una giornata incredibile. A S’Ena Arrubia, oltre a 6 falchi pescatori e 850 fenicotteri abbiamo visto falchi di palude, tuffetti, germani, aironi rossi e aironi cinerini. Ma soprattutto 36 rarissimi mignattai. Nel 2015 erano 6, su 10 presenti in tutto il territorio nazionale. Significa che il nostro piccolo stagno a oggi ospita circa l’80% degli esemplari italiani”, spiegherà l’indomani Paolo Pinos, fino a qualche mese fa delegato LIPU per la provincia di Oristano. “I censimenti sono importantissimi anche come sistema descrittivo dei territori. La moltitudine di specie che stagionalmente sceglie il golfo di Oristano dimostra che l’ecosistema della nostra terra è produttivo, che le nostre zone umide sono vive e devono essere preservate”.

I dati complessivi del censimento parlano da soli. Secondo Gabriele Pinna, ornitologo e delegato LIPU, nelle terre d’acqua di Maristanis sono presenti oltre 5000 fenicotteri e 20 falchi pescatori. “Con l’aiuto di venti volontari e dell’Area Marina Protetta Sinis-Isola di Mal di Ventre, che ha fornito la strumentazione tecnica, siamo stati in grado di osservare contemporaneamente 20 fra stagni maggiori e minori. Soltanto a Sal’e Porcus, che d’estate è una distesa arida, abbiamo contato 2800 fenicotteri e 35 oche. E dei visitatori appena arrivati, le 200 gru provenienti dal nord Europa. Ospitiamo davvero un patrimonio unico di biodiversità e bellezza”.

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