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Grande partecipazione al WWD 2019 nel cuore di Maristanis

7.705 ettari di zone umide RAMSAR di importanza internazionale, che rappresentano il 60% dell'intero patrimonio della Sardegna: un territorio che abbraccia l'area del Golfo di Oristano e della Penisola del Sinis, lungo i 200 km di costa che da Capo Mannu si estendono sino all'area lagunare di Marceddì, e che si è mobilitato con entusiasmo per la Giornata Mondiale delle Zone Umide. 

Il calendario di eventi, promosso dalla Fondazione MEDSEA con la collaborazione di amministrazioni comunali, enti, associazioni, ha richiamato tantissimi visitatori, che hanno partecipato a seminari, visite guidate, attività di birdwatching, escursioni. L'impegno condiviso per sensibilizzare l'opinione pubblica sul ruolo fondamentale delle zone umide – ecosistemi ricchi di biodiversità e fondamentali per la mitigazione degli eventi climatici estremi - ha prodotto un numero notevoli di eventi, tutti molto partecipati.
In Italia erano 43 gli appuntamenti ufficiali organizzati per il World Wetlands Day, di cui 13 in Sardegna e 9 nella zona di Oristano: il 30% degli eventi si è dunque svolto nella cornice preziosa del territorio coinvolto nel progetto di cooperazione internazionale Maristanis, finalizzato alla definizione di un modello di gestione integrata delle zone umide e costiere.

La due giorni si è aperta a Oristano (Torregrande) con il seminario scientifico promosso da MEDSEA dal titolo “Quali priorità per la conservazione dell’avifauna nel territorio del progetto MARISTANIS?”, a cura di LIPU. L'elemento chiave per la designazione delle zone umide di importanza internazionale è la presenza di uccelli acquatici.
La loro tutela nell'habitat privilegiato diventa fattore indispensabile per la conservazione di aspetti più ampi della biodiversità. Nelle aree di MARISTANIS sono presenti alcune specie minacciate a livello globale come l'allodola (Alauda arvensis), la tortora selvatica (Streptopelia turtur), il moriglione (Aythya ferina) e la pavoncella (Vanellus vanellus), inserite nell’elenco di specie SPEC1 nell’ultimo rapporto BirdLife 2017. Il territorio è però una nicchia importante di biodiversità. Durante il convegno, Gabriele Pinna della LIPU di Oristano ha posto l'accento su una specie simbolo del territorio (stagno di Sale 'e Porcus, San Vero Milis): la gru (video di Gabriele Espis LIPU). “In 10 anni la popolazione è cresciuta con la presenza di circa mille individui e – ha aggiunto Pinna - negli ultimi 5 o 6 anni si è registrata una popolazione svernante stabile che va dai 500 ai 1000 individui. Un dato importante: la Sardegna rappresenta una tappa delle migrazioni verso Spagna, Maghreb, in particolare il Marocco”.

Più complessa, secondo il direttore Conservazione della Natura della Lipu, Claudio Celada, la situazione del fratino: “Una specie “sfortunata” perché ha scelto di nidificare sulle spiagge, uno degli ambienti più antropizzati.  Intervenendo a tutela di questi habitat, si può fare molto e attenuare una tendenza negativa”.

Nel pomeriggio del 2 febbraio, nelle sale del Museo del Mare di Marceddì, una folla di visitatori ha assistito al convegno “Le zone umide alleate dell’uomo nella lotta ai cambiamenti climatici” promosso e coordinato da MEDSEA con la collaborazione dell’amministrazione comunale di Terralba. Le zone umide costiere sono infatti degli efficaci “magazzini” per il carbonio: ecosistemi che svolgono un ruolo fondamentale nella mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e in particolare per le emissioni di gas a effetto serra. Dai relatori si è registrato un appello a non sottovalutare più il problema. “Sul fronte cambiamenti climatici, siamo profondamente in ritardo, sia le  istituzioni che i cittadini – ha detto Gianluca Cocco, dirigente del servizio di sostenibilità ambientale della Regione Sardegna -  l'IPCC ci dà degli scenari preoccupanti: proiezioni al 2100 assolutamente allarmanti, con un range di aumento della temperatura nei casi peggiori sino a 6/7 gradi medi sul pianeta. Dobbiamo lavorare, dovevamo già farlo da tempo”.

La Regione, che coordina la Commissione ambiente ed energia della Conferenza Stato-Regioni, ha annunciato che a breve presenterà la sua strategia di adattamento ai cambiamenti climatici. Giovanni De Falco del CNR ha invece affrontato il problema dell'erosione costiera e dell'arretramento delle coste, dovuto all'occupazione dello spazio costiero: un problema accentuato da cambiamenti climatici e innalzamento del livello del mare. Maurizio Costa della società CRiTERIA, acronimo di Città Ricerche Territorio Innovazione Ambiente, si è soffermato sul ruolo della laguna di Marceddì, nel territorio di Maristanis, per il funzionamento idraulico del contesto fluviale e marino del compendio . Ma il convegno ha offerto tanti altri spunti di riflessione: dalla riqualificazione fluviale (Giancarlo Gusmaroli, Centro Italiano di Riqualificazione Fluviale) all'innalzamento del livello del mare  (Matteo Vacchi, geologo dell'Università di Pisa), sino al legame culturale tra uomo e natura (David Cabana IMC ).
La musica di uno dei più grandi cantautori italiani, Fabrizio De André, proposta nel concerto “In te unde de Faber”, ha chiuso la sessione di lavori.

Nella giornata di domenica tante le attività 'open air', in alcuni casi minacciate dalla pioggia. Nelle zone umide di Cabras e Terralba, gli appassionati della natura hanno sfidato il maltempo per le escursioni e le attività di birdwatching, promosse da MEDSEA, a cura di ALEA e WWF Oristano. La pioggia ha impedito la visita allo stagno di Sale 'e Porcus per l'osservazione delle gru, il clean up e i laboratori didattici nei luoghi della pesca, che saranno proposti entro il mese di febbraio.


Grande successo infine per la prima edizione del Contest fotografico #Sardinia Wetlands, riservato agli studenti delle scuole superiori della Sardegna: un evento pensato per far conoscere e amare sempre di più le zone umide della Sardegna

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