La riduzione delle risorse idriche è l’elemento principale attraverso cui si manifesta l’incidenza dei cambiamenti climatici. Negli ultimi anni la quantità di precipitazioni in Italia ha registrato un calo medio intorno al 20%, e alcune zone della Sardegna sono in cima alla lista dei territori italiani caratterizzati da più “giorni asciutti”, cioè con precipitazioni uguali o inferiori a 1mm. Il golfo di Oristano viene individuato da numerosi studi come area del Mediterraneo dove le conseguenze dei cambiamenti climatici rischiano di colpire con più virulenza.
Il convegno “Acqua, agricoltura e zone umide” organizzato ad Arborea il 26 luglio dalla Fondazione MEDSEA si è aggiunto ai numerosi momenti di dibattito promossi all’interno del progetto Maristanis, sempre attento a leggere la tutela e la promozione sostenibile dei sei siti Ramsar dell’oristanese secondo una prospettiva che integri le grandi sfide ambientali e le specificità del territorio. Risorse idriche, agricoltura e terre d’acqua hanno così permesso un discorso coerente e strategico nelle voci intervenute all’Horse Country di Arborea.
“La situazione è abbastanza preoccupante. Negli ultimi sessanta anni si è verificato un importante aumento delle temperature e una parallela riduzione delle precipitazioni” spiega Andrea Motroni, ricercatore del dipartimento meteo-climatico dell’ARPAS, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale. “I modelli ci dicono che le temperature sono destinate ad aumentare. La disponibilità di risorse idriche cambierà, non tanto nelle quantità, quanto nella qualità. Ci saranno meno eventi, ma più intensi. Un pericolo dal punto di vista del dissesto idro-geologico, del rischio di alluvioni, e della disponibilità d’acqua in agricoltura”.
In un contesto di risorse in diminuzione ancora più attenta deve essere la gestione degli equilibri esistenti fra economia e ambiente. A spiegarlo è Antonio Trabucco, studioso del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici: “Dobbiamo cercare di raggiungere una compatibilità fra i diversi settori, essere capaci di mantenere intatta la produttività e al contempo tutelare le zone umide, fondamentali per questo territorio. I cambiamenti climatici hanno e continueranno ad avere un impatto, ma noi possiamo fronteggiarli adattandoci, raccogliendo informazioni e strumentazioni. Soprattutto dobbiamo capire che la cooperazione fra i diversi settori risulta fondamentale per garantire un futuro alle generazioni che verranno”.
Per questa ragione la Fondazione MEDSEA ha deciso di includere fra i tanti interventi del Progetto Maristanis quattro iniziative pilota di irrigazione efficiente ad Arborea, Oristano e Cabras. Tre di queste saranno portate avanti con la collaborazione di Confagricoltura Oristano e NETAFIM, multinazionale impegnata nello sviluppo di tecniche e tecnologie di sub-irrigazione. “Nei prossimi decenni ci troveremo di fronte a situazioni in cui le risorse idriche a disposizione saranno limitate. Non possiamo più fare affidamento sulla regolarità o sulla prevedibilità delle precipitazioni. Per questo è necessario passare progressivamente a strategie di irrigazione di precisione che eroghino acqua e fertilizzanti alla radice”, ha spiegato nel suo intervento Alberto Puggioni, esperto NETAFIM e consulente ONU, mostrando gli straordinari successi ottenuti in tutto il mondo dai sistemi di irrigazione per gocciolamento.
“La sinergia degli attori che operano nel territorio è fondamentale. Da tempo il mondo agricolo è consapevole della necessità di lavorare secondo principi di eco-sostenibilità, in linea con le direttive della Comunità Europea”, spiega Elisabetta Falchi, vice-presidente di Confagricoltura nazionale. “Un prodotto di qualità ha bisogno di crescere in un ambiente sano”, continua Falchi. “Lavorare con MEDSEA all’interno del Progetto Maristanis per noi agricoltori significa migliorare le nostre conoscenze. L’irrigazione di precisione è una di queste occasioni. Alcuni fra i nostri associati testeranno i sistemi di sub-irrigazione di NETAFIM, e adotteranno i principi del precision-farming per la concimazione e la distribuzione dei prodotti chimici. Le nostre zone umide sono fra le più importanti d’Europa. Un valore enorme, che può essere venduto anche attraverso i prodotti agricoli”.
Parallelamente Maristanis collaborerà anche con la Cooperativa Produttori Arborea, supportando un’iniziativa di micro-irrigazione e alcune misure innovative portate avanti dalla Cooperativa Produttori Arborea con la Cooperativa 3A e la Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari, volte a ridurre gli impatti delle attività agricole, in particolare le attività di sperimentazione di alternative all’uso di antiparassitari di origine chimica. “Il contributo economico del progetto Maristanis sarà molto importante per l’attuazione delle nuove strategie, non solo per ciò che concerne la razionalizzazione dell’uso delle risorse idriche, ma anche per le misure di difesa fito-sanitaria e l’utilizzo dei reflui zootecnici. È necessario migliorare la fertilità dei suoli di Arborea, naturalmente sabbiosi, poveri di sostanza organica, e ulteriormente messi in difficoltà dallo sfruttamento pluridecennale” conferma Gianfranco Siddu, presidente della Cooperativa Produttori Arborea.
Maggiore attenzione all’ambiente viene anche con le operazioni di diserbo, raccontate al convegno da Eugenio Cavalli di HerbeeSide, un progetto portato avanti con le Filiere EDIZERO: “Il nostro sistema si basa sullo shock termico e sullo sviluppo di un additivo elaborato intorno a diversi estratti di agrumi e agli scarti di lavorazione della pulizia delle arnie, prodotti locali che hanno migliorato la durata e la qualità del diserbo”.
Luca Melis, ingegnere ambientale della fondazione MEDSEA, ha invece spiegato i principi del Contratto di Costa, il processo partecipato attraverso il quale si vogliono mettere in comunicazione partendo dallo sguardo privilegiato di chi vive i territori, tutti gli enti preposti alla tutela e lo sviluppo delle risorse ambientali. “Il tema dell’acqua è fondamentale, le zone umide sono il terminale di bacini idrografici molto importanti. Il contratto di costa poggia sulla consapevolezza di questa relazione, e sulla sinergia di tutti i soggetti interessati, quelli che si trovano a monte del sistema idrogeologico e così come chi vive la relazione con le zone umide. Il nostro contratto di costa ha alcuni omologhi nella zona del delta del Po e nella costa ionica della Calabria. Nessuno però ha ancora seguito un approccio così organico e inclusivo. Sarà una novità a livello nazionale, e migliorerà senza dubbio la gestione delle risorse idriche, per quantità e qualità”.
“Questo convegno è stato il primo di una serie di incontri che andranno ad affrontare le tematiche dell’uso efficiente delle risorse idriche e la relazione con le attività agricole e le zone umide. È stato molto importante per noi essere riusciti a coinvolgere attori così importanti non soltanto per l’area dell’Oristanese e per l’intera regione: gli attori coinvolti hanno un’importanza addirittura nazionale ed internazionale. Siamo stati ben felici dell’interesse e del supporto ottenuto con questo primo appuntamento: è stato uno sprone per il futuro” spiega Vania Statzu, vice presidente della fondazione MEDSEA, a conclusione dei lavori.
Uno dei tanti sentieri creati e percorsi dal progetto Maristanis quello della relazione fra agricoltura, zone umide e cambiamenti climatici. La risposta è sempre corale, per questo, annuncia Statzu, “Nei prossimi incontri seguiremo da vicino lo sviluppo dei progetti pilota e continueremo ad affrontare le tematiche rilevanti, coinvolgendo esperti a livello regionale, nazionale ed internazionale. A livello regionale, nuovi attori istituzionali e privati che si occupano di acqua e di agricoltura saranno coinvolti in ulteriori iniziative, anche a favore della piccola agricoltura e delle forme di agricoltura sostenibile”.
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