Vademecum
Bellezza e armonia del paradiso naturalistico in cui ti trovi sono a rischio! La fruizione disattenta dell’ambiente mette in pericolo il fragile equilibrio di terra, acqua, animali e piante. Durante il tuo soggiorno puoi proteggere i luoghi che ami attraverso piccole ma importantissime azioni.
1. Lasciamo la spiaggia pulita e se possiamo portiamo via i rifiuti abbandonati dagli altri
I rifiuti lasciati in spiaggia possono provocare gravi danni all’ambiente marino, ai suoi organismi e alla nostra salute! Portare via i rifiuti quando lasciamo la spiaggia è un favore che facciamo a noi stessi.
1. LASCIAMO LA SPIAGGIA PULITA E SE PUOI AIUTACI A PORTARE VIA I RIFIUTI ABBANDONATI DAGLI ALTRI
Se avete portato tutto l’occorrente per trascorrere una giornata al mare, ricordatevi di raccogliere i vostri rifiuti e differenziarli in appositi sacchetti. Le spiagge e il mare non sono delle discariche, e certi materiali, soprattutto la plastica, impiegano parecchi anni ad essere smaltiti.
I rifiuti lasciati in spiaggia possono provocare gravi danni all’ambiente marino, ai suoi organismi e alla nostra salute. Ciò che gli anglosassoni chiamano marine litter e beach litter è tutta la componente di rifiuti prodotti dall’uomo che troviamo negli ambienti naturali marino-costieri.
Oggi la maggior parte del marine litter è composto da plastica e lo ritroviamo in mare e nelle spiagge quando i rifiuti vengono abbandonati direttamente in loco, o perché trasportati da correnti e mareggiate. Ricorda che la quasi totalità degli stagni e dei profili costieri del golfo di Oristano, e delle specie che li abitano, beneficiano della protezione di direttive europee o internazionali (possono essere Siti di Importanza Comunitaria (SIC), Zone di Protezione Speciale (ZPS) o siti Ramsar) nate dalla necessità di tutelarne il grande valore ambientale.
Il tratto di costa incluso fra Su Siccu e Porto S’Uedda, e lo specchio di mare che da questi punti si proietta, costituisce l’Area Marina Protetta Penisola del Sinis-Isola del Mal di Ventre, un prezioso ecosistema popolato da numerose specie animali e vegetali a rischio.
2. Non usiamo veicoli in spiaggia e manteniamoci a distanza dalle dune
L’arenile e le dune sono un ambiente molto delicato, in continua evoluzione, che deve essere lasciato inalterato il più possibile. Bisogna quindi evitare l’accesso con qualsiasi veicolo o mezzo meccanico.
2. EVITIAMO DI USARE VEICOLI IN SPIAGGIA E MANTIENIAMOCI A DISTANZA DALLE DUNE
L’ambiente litoraneo è formato da un insieme di ecosistemi particolarmente delicati, plasmati dall’interazione di mare e vento e dalla presenza di una vegetazione adatta a sopravvivere e a colonizzare gli ambienti sabbiosi. Questo stato di equilibrio dinamico, forgiatosi lentamente in tempi lunghissimi, rischia di essere alterato in modo irreversibile dal comportamento irresponsabile dell’uomo.
Fra i tanti possibili gesti prodotti dalla presenza antropica sull’arenile risultano particolarmente dannosi il transito e la sosta degli autoveicoli su spiagge e dune.
Larghi tratti di costa e mare del Golfo di Oristano, così come il sistema degli stagni, sono tutelati da direttive europee o internazionali. Ai Siti di Importanza Comunitaria (SIC) si accompagnano le Zone di Protezione Speciale (ZPS). La Convenzione di Ramsar vigila sulle zone umide.
Ricorda inoltre che lo specchio d’acqua che circonda il golfo costituisce l’Area Marina Protetta Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre. Tutte le specie animali e vegetali presenti negli habitat costieri sono pesantemente minacciate dal transito veicolare. Infatti, l’azione degli pneumatici sulle dune innesca importanti fenomeni erosivi, con esiti pressoché irreversibili.
Il divieto di accesso e transito sull’arenile con qualsiasi tipo di veicolo è dunque un provvedimento fondamentale per diminuire le possibilità di erosione e depauperamento degli ecosistemi litoranei. Evitiamolo!
3. Non portiamo via sabbia, ciottoli e conchiglie
Portare via, anche involontariamente sabbia, ciottoli e conchiglie è VIETATO per legge ed è punito con multe salate!
Prima di andare via ricordiamoci di scuotere scarpe, ciabatte e teli mare per evitare la loro asportazione.
3 EVITIAMO DI PORTARE VIA SABBIA, CIOTTOLI E CONCHIGLIE
La sabbia e i ciottoli che compongono le spiagge si sono formati in milioni di anni e sono lì per regalarci emozioni, non per diventare dei souvenir.
Il prelievo di sabbia, ciottoli e conchiglie è un reato punito con multe salate. Molti dei luoghi che visiterai sono tutelati da regolamenti internazionali. Il golfo di Oristano ospita Siti di Interesse Comunitario (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS). Lunghi tratti del litorale sono parte dell’Area Marina Protetta Penisola del Sinis-Isola del Mal di Ventre. Le conchiglie non devono essere asportate, soprattutto se si tratta di un esemplare raro che non abbiamo mai visto.
Anche alcuni animali e piante dei nostri litorali e dei nostri fondali sono protetti dalla legge: questo vale per la Pinna nobilis (la cosiddetta nacchera di mare), la Patella ferruginea, i datteri di mare e molte altre specie.
Non sapendo riconoscere alcune di queste specie e non volendo rischiare gravi sanzioni il comportamento da adottare è quello di osservare ma lasciare rigorosamente sul posto tutto quello che troviamo. Lo scopo di questo divieto è quello di garantire la conservazione e l’incremento del patrimonio naturale esistente. Rispettiamo l’ambiente!
4. Ricordiamoci che i resti vegetali fanno parte dell’ecosistema marino
Foglie morte e gli altri resti vegetali di Posidonia oceanica non sono rifiuti ma sono fondamentali per la conservazione e protezione di spiagge e dune.
Non vanno rimossi!
4. DOBBIAMO RICORDARE CHE I RESTI VEGETALI FANNO PARTE DELL’ECOSISTEMA MARINO
Resti vegetali e altri frammenti organici spiaggiati lungo la battigia non sono rifiuti bensì una parte dell’ecosistema marino, che svolge una grande importanza per la conservazione e la protezione di spiagge e dune.
Il contenuto di elementi nutritivi e la capacità di accumulo di umidità fanno sì che anche in condizioni di deposito modesto tali materiali svolgano una funzione importantissima, sia per la vegetazione pioniera delle spiagge e dei depositi eolici, sia favorendo la formazione delle dune embrionali. Da queste dipendono la successiva evoluzione a dune stabilizzate e la stabilità del sistema spiaggia-duna. Ricorda che la quasi totalità dei tratti costieri del golfo di Oristano sono tutelati da direttive europee o internazionali.
I Siti di Interesse Comunitario (SIC), per esempio, descrivono zone caratterizzate da spiccata biodiversità. Il litorale prende parte inoltre all’Area Marina Protetta Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre, fragile e prezioso ecosistema marino-costiero.
5. Evitiamo il calpestio delle dune
Le dune costituiscono una riserva naturale di sedimento per la spiaggia e, grazie alla vegetazione spontanea rallentano l'erosione, garantendo l'arresto e il deposito della sabbia. Evitiamo quindi di camminare sulle dune perché il calpestio altera la loro naturale conformazione ed evoluzione.
5 EVITAMO IL CALPESTIO SULLE DUNE
Ricorda che la quasi totalità degli stagni e dei tratti costieri del golfo di Oristano, e delle specie che li abitano, beneficiano della protezione di direttive europee o internazionali (possono essere Siti di Importanza Comunitaria (SIC), Zone di Protezione Speciale (ZPS) o siti Ramsar nate dalla necessità di tutelarne il grande valore ambientale.
Il tratto di costa incluso fra Su Siccu e Porto S’Uedda, e lo specchio di mare che da questi punti si proietta, costituisce l’Area Marina Protetta Penisola del Sinis-Isola del Mal di Ventre, un prezioso ecosistema popolato da numerose specie animali e vegetali a rischio. I primi cordoni dunali incontrano l’azione dei venti marini carichi di salsedine, attenuandone la forza, deviandoli verso l’alto e svolgendo una funzione difensiva nei confronti degli ecosistemi più interni.
L’esistenza della duna è possibile solo grazie alla vegetazione presente lungo il litorale. Questa è costituita da un numero relativamente basso di specie, ma fortemente specializzate ed adattate ad un ambiente difficile, caratterizzato da alte temperature diurne, elevata e costante ventosità e, soprattutto, alta salinità del substrato. Difendere le dune non significa solo proteggerle contro l’erosione e contro le altre cause di distruzione. Significa anche assicurare le condizioni necessarie per la conservazione delle proprietà fisiche, chimiche e biologiche dalle quali dipendono la stabilità e la fertilità dei territori circostanti. Evitiamo perciò qualsiasi forma di calpestio e utilizziamo gli appositi camminamenti.
6. Non raccogliamo piante, fiori e rami dalla vegetazione della spiaggia
Le piante presenti sulle dune e lungo le coste rocciose sono molto importanti per l’equilibrio dell’ambiente costiero e aiutano la formazione e il consolidamento delle dune stesse. Evitiamo di danneggiare le piante e di raccoglierne fiori e rami.
6. NON DOBBIAMO RACCOGLIERE PIANTE, FIORI E RAMI DALLA VEGETAZIONE DELLA SPIAGGIA
La costa oristanese, oltre a costituire per larghi tratti l’Area Marina Protetta Penisola del Sinis-Isola del Mal di Ventre, è tutelata da direttive internazionali. Molti sono i Siti di Interesse Comunitario (SIC), luoghi dove la biodiversità è stata ritenuta di un valore imprescindibile.
Ogni elemento, sia esso sabbia o pianta, è parte di un habitat fragile e complesso. Le piante e i fiori presenti sulle spiagge o sulle dune, come gli splendidi gigli di mare (Pancratium maritimum L.) svolgono un compito fondamentale trattenendo i materiali naturali come radici, foglie e sabbia, che altrimenti sarebbero trasportati via dal vento. Non calpestare fiori e piante, il danneggiamento crea gravi scompensi all’ecosistema ed è severamente punito dalla legge con multe onerose, così come la raccolta.
7. Quando osserviamo e fotografiamo gli uccelli facciamolo con responsabilità
Gli uccelli nel nido o nelle sue vicinanze sono particolarmente sensibili ai disturbi. A volte reagiscono persino interrompendo la nidificazione. Per questo è importante che non vengano disturbati.
7. QUANDO OSSERVIAMO E FOTOGRAFIAMO GLI UCCELLI FACCIAMOLO CON RESPONSABILITÀ
È importante che tutti rispettino chiare regole e si comportino in maniera estremamente responsabile quando osservano o fotografano gli uccelli.
Il benessere degli uccelli e la conservazione della natura vengono sempre al primo posto. Non disturbiamoli riproducendo i loro richiami e canti.
I suoni anomali possono trasmette messaggi di pericolo e creare in loro un forte disagio. Ricorda che la quasi totalità degli stagni e dei tratti costieri del golfo di Oristano, e delle specie che li abitano, beneficiano di direttive nate dalla necessità di tutelarne il grande valore ambientale.
La Convenzione di Ramsar tutela da quasi mezzo secolo le specie aviarie che popolano le zone umide. Le Zone di Protezione Speciale (ZPS) individuano invece tutti gli habitat che devono essere protetti per garantire la conservazione degli uccelli selvatici migratori. Particolare attenzione deve essere posta durante i periodi e nelle aree di nidificazione.
8. Tuteliamo le specie vegetali delle zone umide
Le zone umide ospitano molteplici specie faunistiche e floristiche di estremo pregio, alcune delle quali particolarmente rare e a rischio estinzione. Per questo motivo, rispettiamo queste zone e non portiamo via alcun tipo di vegetazione.
8. DOVREMMO LAVORARE ISNIEME PER TUTELARE LE SPECIE VEGETALI DELLE ZONE UMIDE
Le zone umide sono ambienti caratterizzati da una straordinaria biodiversità e da una forte vulnerabilità. Questi siti ospitano molteplici specie vegetali di estremo pregio, alcune delle quali particolarmente rare. Le zone umide svolgono una importante e insostituibile funzione di aree di rifugio di specie e di associazioni vegetali che altrimenti non troverebbero altrove l’habitat idoneo per la loro sopravvivenza.
La fragile complessità ecosistemica delle zone umide è tutelata dalla Convenzione di Ramsar e dalle direttive comunitarie volte a individuare le Zone di Protezione Speciale (ZPS). Habitat tipico delle zone umide è il canneto, fondamentale per la nidificazione di molte specie aviarie.
La zona sommersa dei canneti è inoltre l'habitat di riproduzione e sviluppo larvale per varie specie di pesci, anfibi e invertebrati. Il canneto svolge una funzione essenziale per la purificazione degli specchi d'acqua.
Bisogna assolutamente evitare di accendere fuochi in prossimità dei canneti. Ogni pianta è un elemento importante nell’equilibrio dell’habitat. Non danneggiamola.
9. Non lasciamo liberi e senza controllo i nostri animali d’affezione
Habitat come le dune costiere o le zone umide, sono ecosistemi estremamente delicati. Non lasciamo scorrazzare senza guinzaglio i nostri animali d’affezione. Questo potrebbe arrecare disturbo alle specie che vivono in questi ambienti e distruggere la flora.
9. DOVREMMO EVITARE DI LASCIARE LIBERI E SENZA CONTROLLO I NOSTRI ANIMALI D’AFFEZIONE
Habitat come le dune costiere e le zone umide sono ecosistemi estremamente delicati. Non lasciamo liberi e senza guinzaglio i nostri animali d’affezione.
Qualsiasi comportamento dei nostri animali d’affezione, se non controllato, potrebbe recare gravi danni alla sopravvivenza delle specie selvatiche che li vivono. Una delle specie a maggiore rischio è il fratino, un piccolo uccello in grave rischio di estinzione, che vive sulle nostre spiagge costruendo sulla sabbia il proprio nido nel periodo primaverile-estivo, proprio quello maggiormente frequentato dal turismo. Se spaventato, il fratino potrebbe abbandonare il nido lasciando morire la nidiata.
Ricorda che la quasi totalità degli stagni e dei tratti costieri del golfo di Oristano, e delle specie che li abitano, beneficiano di direttive europee o internazionali (possono essere zone Siti di Importanza Comunitaria (SIC), Zone di Protezione Speciale (ZPS) o siti Ramsar nate dalla necessità di tutelarne il grande valore ambientale.
10. Ricordiamoci che le zone umide non sono una discarica
Spesso le zone umide vengono utilizzate come delle vere e proprie discariche a cielo aperto che costantemente minacciano la fruibilità e la funzionalità di questo importante ecosistema.
10. RICORDAMOCI CHE LE ZONE UMIDE NON SONO UNA DISCARICA
Ricorda che la quasi totalità degli stagni dell’Oristanese sono protetti dalla Convenzione di Ramsar, nata quasi mezzo secolo fa per proteggere flora e fauna delle zone umide.
Queste sono tutelate inoltre da direttive comunitarie grazie alle quali sono state individuati Siti di Interesse Comunitario (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS). Nonostante ciò nel 2019 in Sardegna si sono registrate 978 infrazioni, veri e propri attacchi all’equilibrio di mare e coste. Oltre 1500 le persone denunciate e 208 i sequestri. Il territorio di Oristano è spesso vittima di coloro che si liberano di rifiuti ordinari e speciali abbandonandoli o bruciandoli. Questa abitudine determina l’inquinamento del suolo e delle falde acquifere.
I fumi rilasciati dagli incendi risultano essere dannosi non solo per l’uomo, ma per tutto l’ecosistema circostante. Le zone umide, spesso erroneamente percepite come di transizione di scarso valore, risultano essere fra le più colpite dai reati ambientali. Partecipa alla tutela degli ambienti che stai scoprendo.
Segnala agli uffici comunali competenti o al Corpo Forestale la presenza di discariche o di cumuli di rifiuti. Ricorda che le sanzioni non valgono solo per i grandi accumuli che vanno a costituire discariche illegali, ma anche per il littering: il divieto di abbandono nei centri urbani e sulle spiagge di mozziconi e di rifiuti di piccolissime dimensioni è ugualmente sanzionato.