Nel pomeriggio inoltrato sul muro di ogni casa di Riola Sardo poggia un ramo di alloro. Il verde scuro delle foglie sui pastelli opachi dove manca il sole, o le ombre che si agitano alla brezza se la luce arriva intensa e obliqua. Tre giorni prima il comitato della festa di S. Anna ha tagliato i rami dalle rigogliose siepi di Milis, ricambiando i coltivatori con abbondanti ceste di pesce. L’alloro viene caricato su carrelli e trattori, soprattutto dai giovani, e poi distribuito per le vie del paese, vestito da piccola Gerusalemme. Un grande pranzo per i volontari a base di pecora e gnocchetti chiude i lunghi mesi di preparazione.
Quest’anno la leva del 1969 non è riuscita a formarsi. Al suo posto un comitato spontaneo formatosi intorno al presidente Gianni Enna. È stato lui a ricevere a casa la bandiera proveniente dalla chiesa. Una casa, la sua, che rimane aperta a tutti i visitatori nei giorni di festa. Il venerdì mattina, in sella a un cavallo, Enna ha raggiunto la chiesa per la messa, scortato dal comitato, accompagnato da fisarmonica e launeddas. Le statue di S. Anna, S. Martino e S. Gioacchino sfilano poi in processione. Con la sera viene il momento delle celebrazioni laiche. I gazebo dei prodotti artigianali spuntano in via S. Anna, una retta spezzata che conduce all’antica chiesa di S. Corona, costruita fra XII e XIII secolo e come hanno dimostrato alcuni studi recenti appartenente all’ordine dei templari. Dopo il 1750 Santa Corona venne abbandonata e molte parti della chiesa furono utilizzate per decorare la facciata delle case, sulle quali ancora oggi si possono scorgere simboli religiosi e templari. Il “sentiero” delle pietre sacre conduce alla chiesa di S. Martino, costruita su una preesistente struttura romanica del XVI secolo.
Già si raggruppano i primi giovani intorno alle giostre, e si preparano i palchi per la musica dei “Duas Caras” nei giardini pubblici e dei “Galusè” in piazza La Marmora, che sabato ospiterà le gare di poesia tradizionale. “È la festa più importante del paese, e la comunità risponde ogni anno con entusiasmo. Non soltanto i riolesi, stasera verranno persone da tutta la provincia per ascoltare i gruppi fino a tarda notte e assistere a ‘sa rota’ “ spiega Lucia Sanna, assessore all’ambiente e alle attività produttive. Con alcuni membri del comitato visita a Giorgio Oliva, maestro dei fuochi di artificio, lo spettacolo tanto atteso. La coreografia pirotecnica, immaginata per durare mezzora, è organizzata in serie di sequenze, sacchetti di polvere con miccia inseriti in tubi d’acciaio. Sotto il sole calante della sera il maestro fa le ultime verifiche. Oltre la macchia di bassa erba secca i canneti e la sezione della chiesa di Santa Corona. Intorno le anse del fiume Rio Mare Foghe, che scorre lento per immettersi nello stagno di Cabras.
Alle 11 saranno i salice oro, i salice bianco, le scariche, le crocette, le fermate, le riprese con spacco, i blinker e i cerchi a disegnare il cielo e illuminare questo splendido scorcio di storia e natura. “Dovremmo fare qualcosa per restituirlo alla comunità, farne un luogo di aggregazione e cultura, non solo nei giorni di S. Anna”, afferma l’assessore Sanna.
Foto ©: ale_bilanc
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