Dalla torre di Sa Mora la macchia irregolare dello Stagno di Sal’e’ Porcus si appiattisce in una striscia, e le file di case di S’Arena Scoada quasi toccano le sponde nello splendido inganno della prospettiva. Ripercorrendo con lo sguardo la costa, la macchia mediterranea si alterna ai campi di fieno e grano. Il lembo irregolare dello stagno di Sa Salina Manna diventa una circonferenza azzurra lambita da Putzu Idu e Mandriola. Le antiche pietre della torre s’illuminano quando il maestrale nascente smuove la sottile coltre di nuvole e il mare in un principio d’onda.
È cominciata dalla chiesa campestre di S. Lorenzo la tappa n° 56 del “Cammino delle cento torri”. A guidare la fila Andrea e Marta del circolo ippico S. Lorenzo, in sella a Romolo e Tradita. Il piccolo cane Yalla li segue fedelmente, fra una digressione e l’altra a rovistare nei cespugli. Poi Paolo, Stefano, Ausilia e Alessandra, l’essenziale sulle spalle e i bastoncini da trekking a dare ritmo al passo.
“L’idea è nata al ritorno dal cammino di Santiago, quattro anni fa. Io e Stefano Paderi ci trovavamo nella spiaggia di Muravera, di fronte alla Torre dei dieci cavalli. Ci stavamo annoiando, così abbiamo deciso di fare una lunga passeggiata fino a Torre Salinas, che domina il litorale, diversi chilometri più in là. Arrivati in cima ci siamo chiesti: quante torri ci sono sulla costa sarda? Centocinque distribuite su 1284 chilometri”, racconta Nicola Melis, presidente dell’Associazione “Cammino 100 Torri”, che ha da poco cominciato il rapporto di collaborazione con la Fondazione MEDSEA. Nei mesi precedenti l’istituzione ufficiale Nicola, Stefano e Roberto Contu hanno utilizzato ogni fine settimana per percorrere 800 chilometri lungo le coste sarde, segmento dopo segmento a unire le torri. Mai allontanarsi per più di due chilometri dal mare. Otto itinerari calcati sull’antico sistema difensivo spagnolo, come la Via del Martirio da Capoterra a Villamarina, la Via delle Miniere da Giba a Sant’Antonio di Santadi, e quella dei Giganti, che prosegue fino a Bosa passando per l’oristanese e i sei siti Ramsar del Progetto MARISTANIS.
Nicola e Stefano sono partiti il 25 aprile da Cagliari per un altro “all round”, il giro completo che li impegnerà fino al 22 giugno. Gli altri membri dell’associazione li raggiungono per uno degli itinerari, o una manciata di tappe. “Lo scopo è quello di farne un sistema, una tradizione, e di rendere indipendenti i camminatori. Nella zona Alghero in questo momento due inglesi hanno intrapreso il viaggio, timbrano il nostro passaporto. Frank, un belga alla prima esperienza da camminatore, l’anno scorso ha completato il giro. Ora è arrivato a Gerusalemme”, continua Melis. Il passaporto si acquista online, e le caselle vengono riempite lungo la strada dai numerosi fornitori di servizi coinvolti nel processo, campeggi, B&B, ristoranti, bar, negozi di attrezzatura sportiva. Il documento di viaggio garantisce uno sconto, e le “credenziali del camminatore”, infine, permettono di ottenere l’attestato di avvenuto cammino. Otto attestati regalano il certificato conclusivo dell’all round, se durante la verifica sui social l’associazione non scorge in foto e filmati la presenza di irregolarità, fra le quali spicca l’abbandono di plastica e altri rifiuti.
La compagnia prosegue sul sentiero di arenaria e calcare, incastonato nella moltitudine rosso-gialla di papaveri e margherite. I bunker della seconda guerra mondiale e la struttura diroccata di un piccolo faro. Poi la vertigine della Torre di Capo Mannu a picco sullo spettacolo del mare cristallino, le spiagge di Su Pallosu e Sa Rocca Tunda in lontananza. Tutto è stato geo-referenziato, fontane, farmacie, guardie mediche, strutture ricettive, l’incredibile patrimonioculturale delle 186 chiese campestri infilate dal percorso. Presto sarà possibile acquistare la guida, stampabile nella sua metà cartografica, online per il resto delle informazioni. Leggerezza in movimento e rispetto per l’ambiente. “Fra tre anni vorremmo riuscire a coinvolgere contemporaneamente cento persone nel viaggio. Abbiamo un patrimonio enorme da tutelare, sviluppare in maniera sostenibile e condividere con i camminatori sardi, italiani ed europei”, afferma Melis. I pellegrini proseguiranno oggi fino a Nurapolis, dove ad attenderli ci sarà “Cueva”, il camper di supporto logistico diventato necessario l’anno scorso, quando la comitiva a tratti è stata di quaranta persone. Piazzate le tende in campeggio verrà il momento del riposo, una strofinata ai calzini, la cena spartana preparata sul tavolo-cucina estratto da Cueva e le chiacchiere a sciogliere in parte i lunghi silenzi del giorno, il miracolo interiore nel lento attraversamento della bellezza. A Nicola, Stefano e gli altri si uniranno per la tappa di domani i ragazzi autistici di “Diversamente Onlus”, provenienti da Cagliari. Un’altra giornata fra le fatiche e gli stupori del “periplo”, nell’antica letteratura greca la descrizione dei porti di mare, le indicazioni essenziali per la navigazione, le notizie sulle tradizioni, la religione e la politica dei popoli che vivono nella casa comune del Mediterraneo.
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