Pur distratto dall’attività di pesca l’airone cenerino conserva la solennità del guardiano di frontiera. Gracile, elegante e austero osserva la canoa superare la sua postazione su roccia ed entrare in laguna. Il passaggio radente non lo disturba. Forse ha interiorizzato la strana figura centaura e la parità d’altezza, traducendole in un’assenza di pericolo, in nobile disinteresse. Il mattino è terso e l’azzurro avvolge come un panno la cornice di canne e giunchi, si oppone all’acqua torbida dello stagno.
Con colpi maldestri di pagaia arranchiamo zigzaganti, inseguendo le scie rettilinee di Bonaria e Cecilia, le nostre guide nel fortunato viaggio per lo stagno di Cabras. Il Circolo Nautico Oristano è ospitato da un edificio di cemento armato situato in via Lazio, l’ex depuratore affacciato sulle sponde del Riu Tanui. Superata la segreteria si raggiungono al piano terra la rimessa delle di canoe a kayak. Al piano di sopra gli spogliatoi e l’ampia palestra, diminuita nei macchinari a causa della pandemia (che ha costretto molti atleti a trasportare il simulatore di pagaiata a domicilio) e attraversata dai nastri nell’impianto per suggerire il distanziamento sociale.
Alcuni atleti si sono allenati all’alba e adesso sono di ritorno, scivolano sulla superficie del canale, avvicinano il molo e ci si aggrappano in uscita dal pozzetto. Nel punto più largo della struttura i kayak utilizzati per le competizioni fasciano appena i fianchi. Anche solo la stasi in acqua è frutto di grande forza ed equilibrio.
Dal 1970 ad oggi il circolo ha raccolto numerosissimi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, in tutte le categorie d’età e competizione. Solo nei campionati italiani di velocità tenutisi a Milano qualche giorno fa la squadra di Oristano ha collezionato 13 medaglie, 3 ori, 6 argenti e quattro bronzi. Un successo straordinario. Le risorse organizzative e ambientali rendono il circolo un luogo ideale per sessioni d’allenamento di altissimo livello.
Fra gli atleti che si allenano sul Riu Tanui c’è anche Manfredi Rizza, olimpionico della nazionale italiana di canoa kayak e già qualificato per le Olimpiadi di Tokyo: “Mi capita spesso di venire qui ad allenarmi, il circolo e lo stagno sono perfetti per l’allenamento. Sto trascorrendo qualche giorno di vacanza qui in Sardegna, ma non posso di certo stare fermo. Così ogni mattina vengo qui, e Stefano Loddo mi dà da pagaiare. Purtroppo la pandemia ci ha fatto saltare l’appuntamento con le olimpiadi. Ma continuiamo a tenerci pronti”.
“Il Riu Tanui e lo stagno di Cabras, ma anche il Riu Mare Foghe a Riola Sardo, garantiscono condizioni ottimali per le sessioni di allenamento. Specie all’alba, quando non tira un filo di vento. Un paradiso naturale raro”, spiega Loddo, che il circolo ha cresciuto e preparato a una grande carriera da agonista e tecnico. Dal 2010 AL 2016 è allenatore della prestigiosa Canottieri Ticino Pavia. “Educhiamo i nostri allievi alla disciplina sportiva e a quella ambientale, non solo facendo grande attenzione a non danneggiare la natura che ci ospita, ma partecipando a tutte le iniziative che hanno cura del territorio”, dice Andrea Lilliu, l’allenatore del circolo nautico Oristano. È in occasione della pulizia del porticciolo di Torregrande, evento con cui il CEAS Oristano ha lanciato la campagna estiva “Navighiamo un mare pulito”, che abbiamo incontrato Cecilia Tola, impegnata con altri del circolo nel clean-up di frangiflutti e banchine.
Ora seguiamo lei e Bonaria Cera nel cabotaggio della sponda. Dalla vegetazione si sollevano la prima fila di case di Cabras e la chiesa di Santa Maria Vergine Assunta, magnifico punto di partenza, nel settembre non minacciato da Covid, per la secolare Corsa degli Scalzi. Sole e temperatura crescono spietati, mentre i gabbiani sorvolano lo stagno, ora increspato da una brezza leggera. In lontananza le figure rosee dei fenicotteri, come un miraggio.
Poi la “casa del pastore”, usata dai pagaianti per le soste durante le lunghe traversate. Sfila a ritmo forsennato la squadra dei kayak, l’allenatore ha imposto uno strappo e nemmeno la distanza è in grado di diminuire troppo la percezione della velocità. Dal 2014 Cecilia e Bonaria hanno partecipato ai campionati master vincendo varie medaglie nella categoria master con le loro compagne Laura, Anna e Rita. “È uno sport magnifico che può essere praticato a livello agonistico anche da chi, come noi, ha cominciato in tarda età, trascinate dai figli. Ma il supporto tecnico inizialmente è fondamentale, e navigare per queste acque comporta il rispetto di alcune regole. Viviamo in armonia con la natura, e con i pescatori che qui trovano il loro bene primario”, spiega Cecilia durante una pausa in mezzo allo stagno. “Uscire all’alba o al tramonto e percorrere questi spazi non ha prezzo, significa riscoprire il proprio corpo e la natura. Abbiamo imparato a riconoscere gli uccelli, e schivare i muggini che saltando posso darti qualche bella sberla, o infilarsi nel pozzetto”.
Troviamo l’airone cinerino lì dove lo avevamo lasciato. Vorremmo un primo piano, ma le manovre finiscono per infastidirlo. Meglio mettere prua verso il molo prima che voli via e abbandoni il suo fondamentale ruolo di guardiano.
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