Mercoledì 26 marzo la Fondazione MEDSEA ha presieduto nell’aula consiliare del Palazzo degli Scolopi a Oristano il secondo incontro annuale del Gruppo di Consultazione Locale, composto da tutti i soggetti che prendono parte al progetto Maristanis. Oltre a sindaci e assessori delle undici municipalità toccate dalle zone umide del Golfo di Oristano erano presenti anche funzionari della Regione Sardegna e rappresentanti dell’Area Marina Protetta “Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre” e del FLAG “Pescando”.
I tecnici della fondazione MEDSEA hanno presentato le nuove strategie legate al progetto Maristanis, interagendo con le istituzioni sulle pratiche più efficaci per la loro implementazione nei territori. Il primo intervento è stato quello di Luca Santarossa, fra i massimi esperti in Italia per ciò che riguarda gli aspetti socio-economici delle politiche ambientali. “Affinché le zone umide dell’oristanese diventino una destinazione turistica è necessario costruire un marchio. Un marchio vincente, che sappia entrare in competizione con le altre proposte nel Mediterraneo, nasce dall’identità dei luoghi, dalla filosofia che si intende diffondere” ha spiegato Santarossa. Per questo nel mese di giugno MEDSEA incontrerà “gli amici di Maristanis”, tutti i direttori delle oltre 200 strutture alberghiere disseminate nel territorio che intendono intraprendere il percorso della sostenibilità. Queste verranno supportate dai tecnici del progetto nella formazione e nella pianificazione dell’adattamento agli standard eco-sostenibili. “Basterebbero due o tre strutture per comune perché le attività turistiche presenti sul territorio comincino ad essere percepite come “amiche delle zone umide”, come parti di un’identità culturale ed economica condivisa”, ha aggiunto Santarossa.
L’ingegnere ambientale Luca Melis ha invece illustrato gli elementi fondamentali del “Contratto di Costa”, il processo partecipato attraverso il quale si vogliono mettere in comunicazione, partendo dallo sguardo privilegiato di chi vive i territori, tutti gli enti preposti alla protezione e allo sviluppo delle risorse ambientali, siano essi locali o internazionali. “Il Contratto di Costa è un metodo che serve alle popolazioni per interagire con la complessità” ha raccontato Melis. “La complessità dei temi ambientali nell’area sulla quale stiamo lavorando è il valore aggiunto del progetto Maristanis. Dobbiamo ripensare, senza dimenticare la semplicità d’intervento, gli strumenti necessari a rendere il Piano concreto. Dobbiamo muoverci in due direzioni. Una tesa a unificare tutte le aree, la seconda invece a dare loro una specificità, pur nel contesto integrato”.
“Sono momenti fondamentali per lo sviluppo del progetto” dice Massimo Marras, presidente dell’Area Marina Protetta. “Solo grazie alla direzione di MEDSEA e ai finanziamenti della Fondazione MAVA per la prima volta le zone umide dell’oristanese sono al centro di una governance integrata che coinvolge tutte le istituzioni. Specialmente con la sua fauna l’Area Marina ‘continua’ nelle zone umide. È un sistema complesso che non si occupa solo degli aspetti ambientali, ma cura anche quelli economici e culturali. La risposta ai cambiamenti climatici deve mettere in sinergia tutti i soggetti che si occupano di proteggere il territorio”.
“Uno dei nostri obiettivi è quello di far nascere il più alto numero possibile di comuni Ramsar”, ha spiegato al Gruppo Consultivo Locale Alessio Satta, presidente della Fondazione MEDSEA e del progetto Maristanis. La Convenzione Ramsar è l’accordo che dal 1971 indirizza in 170 paesi la conservazione e la gestione delle zone umide d’importanza internazionale. “È un percorso lungo, che termina nel 2021”, ha continuato Satta. “Ma essere riconosciuti dalla Convenzione come municipalità che adotta le buone pratiche ambientali sarebbe di grande importanza per il tessuto economico e sociale. Come per tutte le altre iniziative di Maristanis, i nostri esperti sono a disposizione delle istituzioni locali per lo sviluppo delle strategie proposte, o per facilitare la nascita delle nuove idee che emergono dai territori”.
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