“Mio padre era di Oristano, mia madre di Cabras. Ho trascorso qui tutte le estati dell’infanzia, con i parenti, in giro per le meraviglie di questa terra. L’idea di far nascere Aquae Sinis è del 2007. Due delle quattro strutture che oggi compongono l’albergo diffuso mi sono state lasciate in eredità dai nonni. Contenevano le botti di vino, gli utensili. Erano il ricovero per le bestie da lavoro”, racconta l’architetto Pierluigi Mele, seduto nel salotto antistante la reception di via Battisti, mentre i lavori per la tardiva apertura vanno avanti, e fuori il sole è già quello spinge le persone al fresco delle case, o fra le acque cristalline del golfo.
“Nel 2010 abbiamo presentato il progetto, due anni dopo siamo riusciti a iniziare. Quella dove ci troviamo adesso era casa Carrus, un agriturismo ante litteram, il primo di Cabras negli anni ‘70. L’altra casa apparteneva a Piero Pinna, il panettiere che portava le consegne fino alla penisola del Sinis, nelle botteghe dove si vendeva il pesce appena liberato dalle reti dei pescatori”. Le stanze oggi sono state allestite secondo gli stilemi della casa tradizionale campidanese, per morfologia e materiali. Gli infissi di legno, l’impiantito, le zoccolature, i cotoni di Samugheo, la calce sui mattoni crudi e i tetti in canne, quando è stato possibile preservarli. Il tentativo di creare a Casa Carrus un piano sopraelevato, progetto abbandonato negli anni ’70 dai proprietari, è diventata una magnifica terrazza che si affaccia sull’ampio sagrato di Santa Maria Assunta, dove in settembre parte la corsa degli scalzi, una delle celebrazioni più importanti e caratteristiche di tutta la Sardegna. Un evento quasi mistico per la popolazione cabrarese.
Grazie ai badge gli ospiti hanno possibilità di accedere a tutte le aree comuni delle quattro strutture che compongono l’albergo 4 stelle: il centro benessere di “Thermae”, la piscina di “Mistras”, la stazione di birdwatching di “Laguna”, dal quale si può ammirare la moltitudine delle specie aviarie che popolano lo stagno di Cabras. “Il Sinis non è un luogo di mondanità, offre la natura incontaminata, la cucina tradizionale, i profumi che i venti strappano alla vegetazione e spargono per tutto il territorio. I nostri ospiti sono soprattutto interessati alla cultura, allo sport, all’ambiente. Nel semplice passaggio da una struttura all’altra è possibile acquistare la frutta fresca sui portoni delle antiche case contadine, il pane in bottega. Cabras ha un numero molto importante di microimprese. Ogni acquisto, o anche solo ogni passaggio si può trasformare in una chiacchierata. È un turismo lento, esperienziale, umano”. Il movimento connaturato alla struttura diffusa impedisce spontaneamente gli assembramenti. Le altre misure previste anti-Covid per la stagione imminente sono quelle dettate dall’OMS, dal Ministero della Sanità e da Federalberghi. La colazione alla carta sarà servita in camera, o in giardino. La terrazza, che prima ospitava il buffet, sarà a disposizione, con le poltrone e i sofà, solo per i tramonti e le vaste notti stellate.
“La forza della collettività è un capitale enorme per il settore turistico, dobbiamo solo riuscire a farne un sistema” continua Mele, ora seduto all’ombra del pergolato nel giardino della struttura “Pontis”. Accanto il fedelissimo cane Billo, perfettamente a suo agio negli spostamenti fra una articolazione e l’altra di Aquae Sinis, quieto al suo fianco se non quando ridestato dall’alternarsi nel cielo diafano delle figure e dai versi degli uccelli in volo: “Abbiamo immediatamente voluto prender parte al Club “Friends of Maristanis”, crediamo che il risparmio idrico ed energetico siano in perfetta armonia con l’idea di turismo che Aquae Sinis promuove. Il club di prodotto ha orientato un sistema di aggregazione degli operatori sulla condivisione etica di obiettivi. Un indirizzo turistico insomma, e solo quando il convergere degli operatori raggiunge una massa critica quel luogo riesce a fare un salto di qualità. La gestione di aree protette inizialmente viene percepita come una limitazione. È solo con la fase di realizzazione avanzata che il patrimonio diventa agli occhi di tutti un valore. Per questo penso anche che Maristanis, in generale, sia un progetto fondamentale per il nostro territorio. Finalmente affronta le zone umide dell’oristanese con una prospettiva integrata, che valorizza l’enorme ricchezza naturale ed economica che esse rappresentano”.
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