Risultati più che incoraggianti vengono dalle azioni che il progetto Maristanis sta portando avanti per il risparmio d’acqua nei territori che circondano i sei siti Ramsar del golfo di Oristano. Il supporto all’agricoltura di precisione si esprime non solo dall’alto, con l’analisi portata dai droni e delle immagini satellitari, ma anche attraverso l’impiego a terra della tecnologia d’avanguardia nei siti pilota di “Sa Marigosa” e “Punto verde”, aziende che hanno sposato la filosofia del progetto, costruita intorno a un nuovo equilibrio fra attività antropica e tutela ambientale.
Sia nei campi di carciofi di Riola Sardo, che in quelli di fragole adiacenti allo stagno di Marceddì, opera l’avanguardistico sistema di irrigazione a goccia prodotto da Netafim e finanziato da Maristanis e Confagricoltura Oristano. Il sistema è composto da tre sonde che a 20 e 40 centimetri rilevano e trasmettono a computer e cellulari i dati sull’umidità del terreno, segnalando al contempo l’eventuale necessità di attivare il sistema di subirrigazione e la quantità d’acqua opportuna, stillata dalle ali gocciolanti collocate lungo i filari. Manichette di plastica rigide, resistenti, che evitano la sostituzione frequente. Al bordo dei campi la piccola stazione metereologica, capace di ottenere dati su temperatura dell’aria, umidità relativa, radiazione, velocità e direzione del vento, quantità di pioggia caduta e punto di rugiada.
“Nonostante la produzione, nonostante sia cominciata solo a fine settembre, è stata molto buona nei due ettari in cui abbiamo applicato il nuovo impianto. Il risparmio idrico può arrivare anche al 50%. Un numero importantissimo, determinato soprattutto dalla mancata evaporazione dell’acqua, stillata direttamente sulle radici. In media possiamo dire che il risparmio si attesta sul 30%”, spiega Giovanni Sanna, agronomo di Sa Marigosa. A diminuire, secondo lo stesso principio di somministrazione radicale, sono anche i concimi. “Risultati davvero eccellenti. Siamo davvero grati al progetto Maristanis e alla Fondazione MEDSEA che ci ha inclusi in questo progetto. È fondamentale trovare nuove tecnologie che ci aiutino a preservare l’ambiente e a mantenere lo stesso regime di produzione, in particolar modo in un’area così complicata per l’agricoltura”, dice Paolo Mele, una dei soci proprietari dell’azienda, distesa a lambire gli stagni di Trottas, Pischixeddu, Domu su cuaddu ed Istai.
“Sa Marigosa opera in un territorio privo di infrastrutture ed è sempre stata costretta a utilizzare l’acqua salmastra di pozzo, pericolosa per le produzioni come per le falde acquifere. Stesso grado di difficoltà per Punto verde, situata a pochi metri dallo stagno di Marceddì. Terreni sabbiosi, estremamente drenanti, in cui l’irrigazione empirica adottata in passato non ha potuto che utilizzare più acqua del necessario”, racconta Enrico Perria, tecnico Netafim che ha seguito tutte le fasi di implementazione nelle due aziende.
“Due stagioni molto, molto positive”, secondo Antonello Cester, proprietario di Punto Verde. “Abbiamo calcolato un risparmio d’acqua che oscilla fra il 15 e il 17%, e anche la somministrazione dei concimi ha giovato enormemente dal sistema di subirrigazione. Le fragole hanno bisogno d’acqua e nutrienti nei primi 25/30 centimetri, proprio dove agisce il sistema a goccia. Anche la stazione metereologica ci ha aiutati molto. Più volte è accaduto che non irrigassimo perché i dati indicavano pioggia imminente. Una piccola rivoluzione”.
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