A conclusione del Seminario svoltosi lo scorso 30 Novembre a Cagliari, il gruppo di lavoro ha poi esplorato le zone umide oggetto del progetto MARISTANIS a partire dagli Stagni di Mistras e Cabras, passando per la Peschiera Mar’e Pontis, un luogo con una storia centenaria che ben rappresenta l’integrazione tra uomo e natura.
L’osservazione del territorio e delle specie animali e vegetali, dall’antica torre costiera denominata “Su Poazziu”, ha dato la possibilità di capire la varietà della biodiversità locale ed il funzionamento della peschiera nel quale si lavora uno dei prodotti delle zone umide più pregiato al mondo: la bottarga di muggine.
La visita è continuata a Sale ‘e Porcus, un vasto complesso di lagune stagionali e saline che si prosciugano d’estate, lasciando una spessa crosta di sale, situato nel territorio di San Vero Milis.
Santa Giusta con lo Stagno di Stagno Pauli Maiori, laguna d'acqua dolce circondata da ampi canneti e collegata ad una seconda laguna, ha reso queste risorse protagoniste nel Museo dell’Intreccio, anch’esso realizzato in una casa campidanese dove sono state ammirate le tipiche imbarcazioni “fassonis” e l’esposizione sui vari strumenti utilizzati per la pesca.
A seguire, la visita al “Museo del Mare” di Marceddì, gestito dall’Associazione 3DNA col patrocinio del Comune di Terralba, ha evidenziato l’importanza della relazione tra la vita quotidiana in queste zone e la conoscenza delle stesse al fine di poter valorizzare le risorse presenti, attraverso la pesca ma anche il rispetto e la cura delle zone lagunari. Il proficuo lavoro realizzato dai professionisti dell’Associazione 3DNA mette in risalto la vita nel borgo dei pescatori di Marceddì attraverso l’arte e la fotografia, l’esplorazione del territorio e l’organizzazione di giornate ecologiche in un connubio di conoscenza, scoperta e piacere dello stare insieme in ambienti naturali di pregio come gli stagni di Stagno di Corru S'Ittiri, Stagni di San Giovanni e Marceddì.
Tappa finale dei siti Ramsar è stato lo Stagno di S'Ena Arrubia, area residuale di un ampio complesso di paludi e lagune, convertito in area destinata all'agricoltura negli anni Trenta del '900. In questo sito la sosta si è concentrata nell’osservazione delle di numerose specie di uccelli acquatici.
La visita non poteva che concludersi ad Oristano all’ombra della Statua di Eleonora di Arborea, nel ricordo della Carta de Logu, promulgata ed aggiornata nel XIV secolo proprio dalla giudicessa arborense, che dedica vari capitoli alla gestione del territorio ed alla tutela della fauna terrestre ed acquatica. L’occasione è stata particolarmente piacevole ed intensa anche per la coincidenza della visita con il Festival della Scienza di Oristano, confermando agli ospiti internazionali l’interesse del territorio ad una crescita collettiva basata sul confronto e sulla condivisione.
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