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Contratto di Costa: dal processo partecipativo l'idea di un Parco Regionale delle zone umide in Sardegna

Si chiude il primo ciclo di incontri del processo partecipativo dedicato a identificare un soggetto unico per la gestione integrata della rete di aree Natura 2000 nelle quali si trovano le zone umide di importanza internazionale (siti Ramsar) dell’oristanese. Cominciato il 26 ottobre, ha visto gli esperti della Fondazione MEDSEA, per conto del gruppo di Coordinamento*, confrontarsi in 9 incontri e oltre 20 ore di ascolto nel territorio con tutte le forze istituzionali, economiche, culturali e ambientaliste che operano nel golfo di Oristano, chiarire loro le potenzialità del Contratto e raccogliere le proposte utili a renderlo un sistema articolato ed efficiente di amministrazione territoriale.
L’assemblea plenaria del 13 dicembre, tenutasi online, ha raccolto rappresentanti del mondo dei comparti produttivi di agricoltura, pesca e turismo e dell’associazionismo. Ha visto inoltre la partecipazione dei firmatari istituzionali del Contratto: gli undici sindaci delle municipalità coinvolte, la Provincia di Oristano, il Consorzio di Bonifica dell’Oristanese e l’assessore alla Difesa dell’Ambiente della Regione Autonoma della Sardegna, Gianni Lampis.

È stato proprio l’assessore Lampis a dare avvio al confronto, esprimendo apprezzamento per il percorso compiuto dal 5 febbraio, data della sottoscrizione ufficiale del Contratto, e aprendo a nuovi, importanti sviluppi: “Tutto ciò che abbiamo inserito nel Contratto di Costa si potrà realizzare con il contributo dei comuni coinvolti. Ma ci sono investimenti e progettualità di prospettiva che anche la Regione Sardegna vuole accompagnare nella fase di riscatto di queste aree. Mi riferisco in particolare al progetto di realizzare un parco regionale quale strumento per una gestione integrata ed efficiente delle aree Natura 2000 dell’oristanese, un’idea che l’Assessorato alla Difesa dell’Ambiente ha sposato in pieno e troverà in un prossimo atto deliberativo della giunta regionale, su mia proposta, un finanziamento dedicato al comune capofila per le attività di animazione che dovranno essere fatte all’interno di tutte le comunità per condividere con i cittadini, i portatori di interesse e le aziende, quelli che possono essere i risvolti positivi di un parco regionale”.

IL PUNTO DI VISTA DELLE IMPRESE E DELLE ASSOCIAZIONI

La grande opportunità rappresentata dalla prospettiva del parco regionale come strumento per la gestione integrata della rete di aree Natura 2000 (aree SIC e ZPS) è stata evidenziata anche dagli altri portatori di interesse presenti all’incontro plenario: “Il nostro territorio è caratterizzato dall’incapacità di trasformare le risorse in prodotti”, ha affermato in rappresentanza degli albergatori Maria Roberta Sanna, titolare degli alberghi Mistral I e Mistral II di Oristano. Che aggiunge: “I viaggiatori che percorrono il golfo di Oristano lamentano l’assenza di un sistema che renda ambiente, cultura e turismo organici. Ci auguriamo che il processo che porterà alla nascita del parco si attui nel minor tempo possibile”. Dello stesso avviso Maurizio Porcu di Alea Ricerca & Ambiente, che ha lamentato il degrado in cui talvolta si trovano le zone umide, incuria alimentata da una relazione con i luoghi che deve essere ricostruita, partendo dalle scuole. Il presidente della LIPU di Oristano, Gabriele Pinna, ha sottolineato come il parco debba rappresentare un contesto importante per la protezione delle specie aviarie. Confermando l’analisi di Sanna e Porcu l’ornitologo pensa che il parco possa condizionare in positivo anche l’approccio al turismo, rendendolo più consapevole della straordinaria rilevanza che i sei siti Ramsar dell’Oristanese rappresentano a livello faunistico.

Mauro Steri, responsabile di LegaCoop Sardegna per il settore pesca, ha ricordato la rilevanza del suo settore in 5 dei sei siti Ramsar interessati dal Contratto “con 30 imprese, molte delle quali in crescita, e 400 addetti ai lavori. La soluzione di un soggetto unico di gestione è stata più volte discussa in passato anche da Legacoop”. Sulla proposta di un parco regionale auspica “alla partecipazione attiva del comparto ai lavori di stesura del regolamento”, oltre che ad una “rappresentanza ponderata anche sulla base dei numeri all’interno della Comunità di parco e alla presenza di una Consulta tecnico e scientifica per lavorare e muoversi sulla base dei numeri e degli obiettivi di sviluppo sostenibile”. Secondo il rappresentante dei pescatori, i tempi sono maturi per entrare nel merito della soluzione proposta per capire “cosa gestirà questo soggetto unico e cosa potrà effettivamente fare”.

Per Paolo Mele, presidente di Confagricoltura Sardegna, la nascita del parco è “auspicabile”. Mele, fondatore e direttore di “Sa Marigosa”, storica azienda impegnata nel settore della produzione agricola, vede nel Contratto di Costa un luogo di confronto e sintesi che sappia semplificare i processi burocratici che spesso limitano l’iniziativa degli imprenditori, soprattutto quando desiderano che l’innovazione vada incontro alle esigenze dell’ambiente.

DAL GRUPPO DI COORDINAMENTO, PILI: “AVANZARE CON DETERMINAZIONE”

Per Sandro Pili, sindaco di Terralba e coordinatore dei comuni che prendono parte al Contratto di Costa: “La stessa esistenza di questo tavolo è un successo. Il Contratto è un luogo di dialogo, di risoluzione dei conflitti e di progettualità. Ora non ci resta che avanzare con determinazione”, ha detto Pili, rimandando gli aggiornamenti del piano di azione ai primi giorni del 2022.

Anche per Alessio Satta, presidente della Fondazione MEDSEA “l’esistenza stessa di questa assemblea dimostra quale sia il potere del dialogo”. Satta ripercorre il percorso fino ad oggi: “Il progetto Maristanis è all’opera da quattro anni per favorire nel golfo di Oristano la nascita di una rinnovata armonia fra ambiente uomo, per proteggere l’immenso valore dei beni naturali dalle terre d’acqua dell’oristanese dalle minacce dei cambiamenti climatici. Una cura, questa, sempre rispettosa delle istanze che vivono nelle comunità, dell’identità, delle tradizioni, del lavoro che si vuole esaltare attraverso un percorso di sostenibilità inedito. Un futuro, quello immaginato, che può esser costruito solo dalle forze convergenti delle persone che abitano questi luoghi, che sono questi luoghi. Il Contratto di Costa, portato avanti durante la difficilissima stagione pandemica, oggi esiste. Esiste la sua Assemblea, che attraverso l’itinerario di ascolto si arricchisce ogni giorno delle intelligenze che vengono dal territorio. Il Contratto è il luogo dove le esigenze dell’ambiente, della pesca, dell’agricoltura, del turismo e della ricerca si confrontano, l’occasione in cui divergenze passate e presenti possono trovare articolazione condivisa, un progetto comune. Il Parco, con la sua Comunità, con la rappresentanza di tutti gli attori privati e la società civile, sarebbe il principio di questo futuro, la continuazione di un lungo dialogo. Siamo estremamente felici che la Regione Sardegna abbia deciso di promuovere questo percorso che può diventare un modello di riferimento per tutto il resto delle zone costiere della Sardegna”.
 
Il Contratto di Costa è uno strumento volontario di partecipazione negoziata e partecipata. Al momento è adottato da undici regioni italiane con più di 93 contratti in lavorazione e undici già stipulati. Sette i macro-obiettivi che il contratto si propone di raggiungere. Tra questi il miglioramento dello stato ecologico delle zone umide di importanza internazionale (i siti Ramsar), la tutela e la conservazione della biodiversità del territorio, la riqualificazione del paesaggio naturale e urbano, la valorizzazione del patrimonio culturale, la nascita della prima zona marino-costiera in Sardegna “Plastic free”, azioni concrete per l’adattamento agli eventi di pioggia estremi e al cambiamento climatico.
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