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Conferenza delle Parti della Convenzione sulla diversità biologica

C'era una volta la biodiversità. C'erano una volta tante specie animali e vegetali. Nella favola, che inizia così, è l'uomo a far la parte del cattivo. Al netto della perdita di biodiversità, causata da calamità naturali, molte alterazioni degli habitat sono legate ai profondi cambiamenti del territorio realizzati dall’uomo. In diversi Paesi la perdita di biodiversità è continua, a causa della distruzione di habitat naturali o semi-naturali, per costruire strade, porti e aeroporti, centri commerciali, parcheggi, abitazioni. A farne le spese sono la campagna, il bosco, l’area umida, la prateria. Le foreste pluviali ogni anno si riducono per far spazio alle produzioni agricole intensive. Molte aree selvatiche sono distrutte per prelevare piante o parti di piante per le industrie farmaceutica o cosmetica. 

La perdita e/o alterazione della biodiversità mette in pericolo la funzionalità e la sopravvivenza degli ecosistemi naturali. Ogni specie che si estingue è persa per sempre, e, con essa, le relazioni che la legano alle altre specie e che determinano il funzionamento dei sistemi naturali. Con le specie naturali si perde anche la possibilità di identificare nuove sostanze e innovazioni utili all’umanità, come i principi attivi dei farmaci, che ci sono offerti dalle specie vegetali ed animali. È come strappare una pagina di storia del mondo: l’estinzione di una specie è un'azione a cui è impossibile porre rimedio.

La Convenzione sulla diversità biologica. Si è chiusa il 29 novembre la Conferenza delle Parti della Convenzione sulla diversità biologica (COP 14 della CBD), che si è riunita a Sharm El-Sheikh, Egitto. Al centro del meeting - a cui hanno partecipato i delegati delle 196 Parti della Convenzione, nonché rappresentanti della società civile, del settore privato, delle popolazioni indigene, delle comunità locali e dei giovani - il tema "Investire nella biodiversità per le persone e il pianeta". Nella piattaforma programmatica della Convenzione c'è la necessità di intensificare gli sforzi per arrestare il degrado della biodiversità e proteggere gli ecosistemi che assicurano il sostentamento di miliardi di persone in tutto il mondo.

 

La biodiversità nei territori dell'oristanese. La consapevolezza non è mai mancata. Lo si è infatti capito sin dagli anni 70 che le lagune della provincia di Oristano sono uno scrigno di biodiversità: siti elettivi per numerose specie di uccelli e altri animali, oltre che di specie vegetali. Una specialità certificata dal fatto che in questo territorio sono state istituite 6 aree Ramsar, oggi coinvolte nel progetto MARISTANIS. 

Attualmente i siti Ramsar della provincia di Oristano sono inclusi anche all'interno della Rete Natura 2000, sia come Siti di Interesse Comunitario (SIC) in base alla Direttiva Habitat (Dir. 92/43/CE), che come Zone di Protezione Speciale (ZPS), create a seguito della Direttiva Uccelli (Dir. 2009/147/CE). 

Sia i siti Ramsar che le aree circostanti, compresa la penisola del Sinis, attualmente vanno a costituire la IBA (Important Bird Area) 218 “Sinis and Oristano wetlands". Alcuni di questi siti hanno ulteriori forme di protezione grazie all'istituzione delle Oasi di Protezione Faunistica istituite con la Legge Regionale L.R. 23/98. La biodiversità dell’area è protetta anche attraverso l’istituzione di altre aree protette, come nel caso dell'Area Marina Protetta "Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre" che ha in carico anche la gestione degli Stagni di Cabras e di Mistras.

 

Si “vola” alto nelle aree MARISTANIS. Il più alto numero di specie ornitiche è stato osservato negli Stagni di S'Ena Arrubia e Mistras.

Nelle aree di MARISTANIS sono presenti alcune specie minacciate a livello globale come l'allodola (Alauda arvensis), la tortora selvatica (Streptopelia turtur), il moriglione (Aythya ferina) e la pavoncella (Vanellus vanellus) e inserite nell’elenco di specie SPEC1 nell’ultimo rapporto BirdLife 2017.

SPEC 1 indica le specie presenti in Europa e ritenute di interesse conservazionistico globale, in quanto inserita nella Lista Rossa IUCN che indica le specie minacciate di estinzione, prossime ad uno stato di minaccia o per le quali non si hanno sufficienti informazioni. Nell’area MARISTANIS abbiamo anche le seguenti specie target di interesse conservazionistico, la cui protezione necessita la contemporanea conservazione dell'habitat in cui vivono o si riproducono: fratino, sterna zampenere, moretta tabaccata, pollo sultano.


Diverso e da proteggere. Anche altri animali di interesse conservazionistico frequentano i siti della provincia di Oristano. Per quanto riguarda i pesci è importante evidenziare la presenza del Nono (Aphanius fasciatus) in tutte e sei le aree Ramsar. Tra le diverse specie di mammiferi, sono da segnalare i chirotteri (pipistrelli). la cui presenza è nota in diverse delle lagune del progetto MARISTANIS (sebbene attestata solo per il sito di Corru S’Ittiri – San Giovanni – Marceddì).

Risulta importante sottolineare la presenza di diverse specie di rettili testudinati come la sempre più rara testuggine palustre europea (Emys orbicularis), la testuggine di Hermann, la testuggine marginata e la tartaruga comune (Caretta caretta) quest'ultima solamente per lo Stagno di Mistras. 

 

Flora: in Sardegna l'hot-spot della biodiversità. Lo scrigno vanta tanti gioielli, anche tra le specie vegetali. Tra quelle di maggior pregio e ad areale estremamente ridotto vanno ricordate diverse specie del genere Limonium come il Limonium oristanum, per la laguna di Mistras ed il Limonium pseudolaetum per lo Stagno di Sale 'e Porcus: questo genere di piante mostra in Sardegna un elevato numero di endemismi.

Tra le altre piante di interesse naturalistico presenti nelle 6 aree Ramsar della provincia di Oristano, meritano una citazione la Romulea requienii presente in 4 siti su 6 e il fungo di malta (Cynomorium coccineum), pianta parassita delle piante del genere Atriplex, le cui caratteristiche hanno destato l’interesse di alcuni centri di ricerca che ne studiano le caratteristiche per valutarne la possibilità di utilizzo in medicina.

Tra le piante del genere Atriplex, va ricordata la “Zibba” (Atriplex portulacoides) usata per la preparazione della "Merca", piatto a base di pesce della tradizione culinaria del Comune di Cabras.

 

Maristanis per la salvaguardia della biodiversità. All’interno del Progetto MARISTANIS, diverse attività mirano a attuare azioni che riducono le pressioni sulla biodiversità. In particolare, la strategia 6 del progetto ha come obiettivo il miglioramento dello stato di conservazione delle specie e habitat a rischio e si divide in 2 azioni: una di miglioramento dello stato di conservazione delle specie e degli habitat a rischio (riduzione habitat = prima causa perdita di biodiversità) e l’altra legata alla reazione delle specie locali all’invasione delle specie aliene. L’introduzione in un territorio di specie alloctone, cioè originarie di altre aree geografiche, rappresenta infatti un pericolo. L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha valutato che circa il 20% dei casi di estinzione di uccelli e mammiferi è da attribuirsi all'azione diretta di animali introdotti dall’uomo. Ciò può essere dovuto a diverse cause: alla competizione per risorse limitate, alla predazione da parte della specie introdotta e alla diffusione di nuove malattie. In stretto rapporto con tutti gli attori locali che vogliono salvaguardare l'ambiente in cui vivono, MARISTANIS vuole rappresentare un presidio per la biodiversità, oltre che uno stimolo alla maggiore conoscenza del patrimonio naturalistico e culturale del territorio.

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