È una Sardegna virtuosa quella che emerge dall’Ecoforum organizzato da Legambiente Sardegna sull’economia circolare. Due nutrite tavole rotonde si sono alternate giovedì 12 dicembre nell’aula magna dell’Istituto “Michele Giua” a Cagliari per raccontare lo stato dell’arte nella complessa gestione dei rifiuti e le eccellenze spontanee del territorio in fatto di economia circolare. Con il 67% dei rifiuti differenziati, l’isola si colloca al sesto posto in Italia, prima fra le regioni del centro-sud. 110 comuni su 377 superano il 65%, e 82 sono capaci di spingersi oltre l’80%. Risultati che impongono all’assessore regionale alla difesa dell’ambiente Gianni Lampis di “sentire una doppia responsabilità, amministrativa e generazionale. Dobbiamo certamente migliorare le soluzioni tecniche, ma la tutela dell’ambiente è una battaglia culturale che comincia in luoghi come questo, e faremo di tutto per vincerla”. Fra le intenzioni elencate dall’assessore la creazione di ecocentri per ogni comune, la mitigazione dell’enorme quantità dell’indifferenziato estivo e la nascita di una tariffa unica per il conferimento dei rifiuti.
“L’isola verde del Mediterraneo” immaginata da Lampis è già nata a San Vero Milis, comune che ha abolito l’utilizzo di plastica negli ambienti comunali, a Orosei, sempre vicina al 90% di differenziazione, a Domus De Maria, dove l’ecocentro è un villaggio cui tutti, anche i turisti, hanno accesso, dove le splendide dune di Chia sono protette da recinzioni e passerelle, e la plastica è stata bandita da spiagge e scuole. Ma le buone pratiche continuano anche oltre i confini del mondo istituzionale, con gli ecovolonatari di Sassari ispirati da Roberto Cavallo, con il sistema di gestione dei rifiuti nella Marina di Portisco e del Consorzio Industriale di Oristano.
All’Ecoforum è intervenuta anche la Fondazione MEDSEA, che con il suo consulente ambientale Giorgio Massaro ha illustrato l’azione portata a termine nel porto di Marceddì di Terralba, uno degli undici comuni che compongono il territorio di intervento del progetto Maristanis. Sulle banchine del porto sono stati collocati i banner oleo-assorbitori dell’avanguardistica azienda sarda Edizero. I lunghi drappi immersi per nell’acqua sono composti da lana di pecora e fibre vegetali, e sono stati progettati per il per disinquinamento di mare e laghi e la prevenzione quotidiana dei micro-sversamenti nei porti. Un chilo di oleo-assorbitore Geolana può neutralizzare fino a 17 chili di idrocarburi. Un prodotto rivoluzionario per la sua perfetta circolarità: realizzato in Sardegna con industria a km zero (biotecnologia Edilana) utilizza sottolavorazioni di lana sarda, altrimenti non utilizzabili e destinate allo smaltimento, derivanti dalla cernita della produzione di filati, tappeti e stoffe. I banner permettono la formazione di colonie batteriche capaci di decomporre gli idrocarburi, si dissolvono progressivamente in mare senza nessun tipo di impatto.
“Non abbiamo ancora dati certi sullo stato di inquinamento del porto di Marceddi, e di conseguenza dell’effetto portato dall’utilizzo dei banner”, spiega Massaro. “Ma abbiamo mostrato alle amministrazioni che con un minimo investimento e poche implicazioni tecniche si possono posizionare delle tecnologie certificate, estremamente efficienti e semplici da rimuovere. I banner sono un grande esempio di innovazione. Penso anche ai cuscini Geolana ormai obbligatori per tutte le imbarcazioni sopra i dieci metri che attraversano l’Area Marina Protetta del Sinis. È sufficiente collocarli nelle sentine per degradare olii e idrocarburi. Uno strumento importantissimo per tutte le nostre aree marine protette”.
“I nostri 150 prodotti vengono unicamente da fonti rinnovabili, sostitutivi dei petrolchimici, che provengono da materie seconde o ultime. Meno sprechi, meno inquinamento, meno discariche, meno inceneritori e prodotti che esaurito il loro compito tornano ad appartenere alla terra, o al mare”, spiega la proprietaria di Edizero Daniela Ducato. Solo pochi giorni fa Edizero Architecture for Peace è stata menzionata per il quinto anno consecutivo dal rapporto sul riciclo realizzato dalla fondazione Sviluppo Sostenibile, Ispra e Ministero dell’Ambiente. Oltre cento tipologie di eccedenze per creare biomateriali ad alta prestazione per edilizia, efficienza energetica e
acustica, finiture per l’interior design, geotecnica, ingegneria ambientale, disinquinamento e bonifiche. Un’ azienda unica in Italia. Ma è il concetto di “architettura per la pace” che Daniela Ducato desidera sottolineare: “Pace significa non utilizzare gli idrocarburi, prima causa di inquinamento e guerre. Realizziamo ogni nuovo prodotto di Edizero con grande attenzione per il mare. Possiamo dire che guardiamo al mondo con gli occhi dei pesci. Oggi l’inquinamento da idrocarburi è passato in secondo piano, anche se solo nel Mediterraneo rappresenta il 27% del totale. Per questo per noi collaborare con MEDSEA e il progetto Maristanis è così importante, perché affronta la tutela dell’ambiente con un approccio complessivo”.
Un contatto, quello di Maristanis con le zone umide del golfo di Oristano, che passa sempre dalle comunità e dalle istituzioni che le rappresentano. Il posizionamento dei banner a Marceddì è stato accolto dai pescatori, e promosso dalla municipalità di Terralba. “Abbiamo subito abbracciato la proposta di MEDSEA, e siamo felici che sia un’azienda locale come Edizero ad aver accompagnato la fondazione nella sua realizzazione. Il comparto pesca del porto ha apprezzato molto i banner”, racconta Simone Puddu, assessore alla pesca di Terralba, uno dei comuni “ricicloni” premiati durante l’incontro del Giua. “Aspettiamo i risultati da MEDSEA ed Edizero, anche se oggi l’esperimento sembra andato a buon fine. Siamo pronti per la prossima iniziativa. Abbiamo molte idee per il porto di Marceddì, e le stiamo portando avanti”, conclude Puddu.
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