La Torre Vecchia di Marceddì, da tutti conosciuta come “Turri Eccia” apre le porte dopo un periodo di restauro curato dalla Fondazione MEDSEA, anche all’interno del progetto Maristanis di valorizzazione del patrimonio culturale e naturale delle zone umido costiere. L’inaugurazione è avvenuta il 25 giugno nella storica borgata di Marceddì, suggestivo villaggio di pescatori, assieme al Comune Terralbese alla presenza del sindaco di Terralba Sindaco Sandro Pili, al presidente della Fondazione MEDSEA Alessio Satta, l’assessore regionale all’ambiente Gianni Lampis, gli architetti Pier Paolo Perra e Francesca Rango dello studio Casciu - Rango. La cerimonia, alla presenza di numerosi cittadini, è avvenuta con il supporto delle associazioni locali del territorio e l’accompagnamento musicale della Scuola Civica di Musica di Terralba.
“Questo è il nostro simbolo, il nostro gonfalone, ma è il simbolo di tutto il nostro territorio – spiega il sindaco Sandro Pili – oggi è la dimostrazione dell’unione di più forze, soggetti pubblici e privati che si sono adoperati per un intervento di restauro e riqualificazione. Siamo felici ed emozionati di esserci riusciti”.
“Siamo stati onorati di lavorare su un’icona che evoca numerosi ricordi ed emozioni, raccolti anche in occasione della candidatura della torre a luogo del cuore FAI, e vi ringraziamo davvero della fiducia. Oggi il territorio ha una torre vecchia più bella e fruibile”, ringrazia Alessio Satta, presidente della fondazione MEDSEA.
La Torre, realizzata nella seconda metà del ‘500, aveva iniziato il suo restauro dal giugno 2020, seguendo diverse linee di intervento finanziate dalla Fondazione MEDSEA, tra cui anche Maristanis, e dal Comune di Terralba, dopo che l’immobile, di proprietà del demanio, era stato dato in concessione allo stesso comune.
MEDSEA, fondazione impegnata nella tutela degli ecosistemi marino costieri in Sardegna e nel Mediterraneo, preso in consegna il sito, ha affidato agli architetti Pier Paolo Perra e Maria Franca Perra la direzione lavori e alla ditta C.G.P la realizzazione dell’intervento. Il restauro, durato complessivamente 10 settimane, ha permesso il risanamento dell’immobile dalle cause di degrado, e in minima parte il rifacimento di parti mancanti, mantenendo quanto più possibile inalterati i segni e gli effetti del tempo e dei rifacimenti che l’edificio ha subito nel corso della storia. In questi mesi è stato completato l’allestimento interno a cura dello studio Casciu Rango Architetti che ha curato l’allestimento e de L’ambulante per l’installazione sonora.
L’intervento di restauro porterà la torre a diventare un osservatorio delle importantissime zone umide circostanti, protette dalla convenzione internazionale di Ramsar, oltre che un luogo di attrazione per i turisti, appassionati e studiosi delle zone umide. Al piano terra sono ospitati un archivio e una mostra che racconta la storia della torre, mentre al primo piano è stato allestito un osservatorio del paesaggio delle Zone Umide circostanti, uno spazio di contemplazione con tre sedute per osservare gli elementi cielo, acqua e terra, in corrispondenza delle finestrelle della struttura. La terrazza, che in passato ospitava i bracieri utili alla segnalazione di pericolo, è stata configurata come punto di osservazione dell’avifauna e delle “terre d’acqua” circostanti. La realizzazione dell’impianto fotovoltaico garantirà l'accumulo di energia elettrica necessario per gli utilizzi interni alla torre.
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